ARPA IN CONCERTO Roberta Alessandrini


Roberta Alessandrini arpa
 

 

Link al CD

1. Marcel GRANDJANY (1891 – 1975)
Rhapsodie

2. Louis SPOHR (1784 – 1859)
Fantasie in C Min., Op. 35

3.Gabriel FAURE’ (1845 – 1924)
Impromptu Op. 86

4. Sergej PROKOFIEV (1891 – 1953)
Prélude Op. 12

5. Giuseppe ALESSANDRINI (1923)
Solo (1974)

6. Jean-Jacques WERNER (1935)
Nocturnal (1976)

7. Ottorino RESPIGHI (1879 – 1936)
Siciliana (trascr. Grandjany)

8. Marcel GRANDJANY
Fantaisie sur un thème de Haydn, Op. 31

 

 

Spaziando tra Ottocento e Novecento, Roberta Alessandrini ci guida attraverso le bellezze del suono dell’arpa: un recital molto piacevole e ben eseguito.

(giudizio sintetico: OTTIMO)

Carlo Bellora, Musica

 Roberta Alessandrini trova una “voce” ed un’intelaiatura armonica appropriata ad ogni differente mondo espressivo. Nell’arpa, infatti, come nell’organo, non solo la dinamica e l’agogica, anche la timbrica e le variegate luminosità delle consonanze dipendono, in gran parte, dalle scelte espressive dell’esecutore, che può, attraverso un gioco di armonici, suggerire mondi sonori non scritti.

La tecnica dell’Alessandrini è composita: vi trovano posto anche esuberanze di “cavata” che, in Prokofiev, evocano certi pianini verticali. Rispetto ad altri strumenti, l’arpa è capace di giocare con la sospensione dei suoni, il loro creare aloni dentro cui trascorrono tutti i colori dell’iride.
La Alessandrini, in questo CD, dimostra di possedere come pochi la scienza degli armonici, senza la quale quella ricerca di sempre più complessi ed iridescenti armonie che connota la storia dello strumento, diventa mera retorica evocativa. 

Alessandro Zignani, Musica

 

 La Alessandrini è una strumentista assai attenta e curata nel dettaglio dinamico e coloristico e il CD subito si cala in un’atmosfera di suoni avvolgente e ricca di colori, con una Rhapsodie del compositore-arpista Marcel Grandjani (…) Notevole e incisiva ci è parsa l’interpretazione del bellissimo Impromptu op. 86 di Gabriel Fauré che si snoda come da un canto di un corale – di una sorta di melodia di accordi – i cui sviluppi, nei momenti di cantabilità, vengono come sommersi da un turbinio e da avvolgimenti di rapidi passaggi che quasi condensano lo scibile delle possibilità tecniche ed espressive per l’arpa.

Non mancano le atmosfere rarefatte e più emblematiche di una scrittura contemporanea come nel brano di Giuseppe Alessandrini (…) Prokofiev e un Respighi trascritto da Grandjani completano quindi una carrellata molto varia e suggestiva, che si presta sia ad un ascolto attento e meditato sia ad un ascolto per coloro che si “lasciano andare” e cha amano atmosfere sognanti e avvolgenti. 

Fabio Zannoni, L’Arena

 

 

 

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